L'inglese su due ruote
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Lo stile britannico è solitamente associato a l'aplomb inglese, ovvero alla disinvoltura e alla sicurezza che è parte del comportamento del tipico gentleman.
Anche i dettagli, si sa, risultano essenziali per creare questa aurea di self-confidence: dall’outfit matchy matchy (abbinato) alla macchina che prende spunto e simboleggia la nazione della regina.
É il caso della “Mini”, l’auto a marchio britannico per eccellenza che da oltre 60 anni percorre le strade di tutto il mondo.
Le origini della Mini sono abbastanza pragmatiche e nascono da una necessità: a seguito del secondo dopoguerra, le industrie ebbero un brusco arresto e l’unico modo per risanare la situazione era puntare sul settore automobilistico in modo da creare vetture che rispondessero ad esigenze reali.
La sfida venne colta da Alec Issigonis, inglese dalle origini turche che lavorava per la BMC e che fu in grado di ideare una quattro posti spaziosa e comoda per le famiglie.
Nasce quindi la prima Mini la quale, ben presto, diventò Cooper: la leggenda delle corse John Cooper è stato il primo a testare il prototipo innamorandosi della sua guida simile a quella di un go-kart; nacque così il connubio perfetto: un’utilitaria per famiglie adattata alle gare professionistiche la quale vide la luce nel 1961 con il nome di Mini Cooper.
L’apparizione del primo modello sul mercato fu catartica per la Mini: la vettura ebbe una rapida ascesa con un susseguirsi di nuove caratteristiche e forme adatte non solo per le gare, ma per la vita di tutti i giorni. Il successo divenne mondiale a seguito dell’uscita del film “The italian job” nel ‘69: circa 15 milioni di spettatori rimasero affascinati dalle linee dell’auto tanto da incrementare le vendite.
Iconico è il modello “The union Jack” con il tettuccio apribile raffigurante la bandiera britannica.